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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Su un quadro di Gualtiero Savelli

"Senza Titolo", 1985, olio su tela, 80 x 100 cm "Senza Titolo" di Savelli è un quadro magnifico: invita i sensi al pensiero, stimola alla riflessione, senza offrire soluzioni consolanti. Quest'opera presenta un sentiero che sembra sussurrare all'orecchio: "seguimi, ti conduco oltre la Terra". Ma poi, proprio nell'attimo in cui lo stiamo seguendo, pare, invece, ammonire e riprendere con voce altisonante: "aspetta, non illuderti, io sono solo un'opera d'arte, prometto ciò che nella realtà non esiste. Io sono fatto di linee e colori, anche se non sembro un quadro ma un sentiero che conduce a l'eternità". Ed è proprio questo gioco di rimandi, al di là della tenuta formale, che fa di questo quadro un'opera riuscita. Daniel Filoni

La strategia della distrazione

Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà. La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi. 1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca. 2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto