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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Paul Klee. Confessione creatice.

Si è stati diligenti; ma il genio non è diligenza, come vorrebbe invece far credere un proverbio. Il genio non è neppur in parte diligenza, anche se vi sono stati uomini, oltre che geniali, diligenti. Il ge nio è, appunto, genio, è dono naturale che non ha principio né fine. È procreazione. La genialità non la si può insegnare, in quanto non è regola bensì eccezione (È imprevisto). Con l´imprevisto è difficile far di conto. Eppure, quale guida è sempre all'avanguardia. Si scaglia ora in questa, ora in quella direzione. Forse oggi è già in zone alle quali non si pensa affatto. Perché il genio è spesso rispetto al dogma, l'eretico; non segue principio alcuno all'infuori di se stesso. Con prudente rispetto, taccia la scuola sul concetto di genio, guardi e passi. A guisa di mistero, lo conservi in un ambito inaccessibile. Conservi un mistero che, uscendo dalla sua latebra, porrebbe forse quesiti illogici, insensati. E scatenerebbe la rivoluzione. Dalla sorpre

Le notti bianche. Una patologia nel racconto.

Daniel Filoni “Sii benedetta per il minuto di luce e felicità che desti a un altro cuore solitario, riconoscente! Dio mio! Un intero minuto di felicità! È forse poco sia pure in tutta la vita di un uomo (1)?”. Sono queste le parole con le quali si conclude l’avvincente romanzo/racconto: Le notti bianche , di Fëdor Dostoevskij. Sicché tutta la storia potrebbe riassumersi, nel suo andamento discendente, in queste quattro battute finali. Il romanzo, come si vede, risulta costruito intorno a un accordo tematico fondamentale: il ritmo della narrazione alterna la solitudine del protagonista, nella quale si compie l’ascesa nella natura ( mondo della fantasia ), e la successiva fase del ritorno in città, dell’incontro con la fanciulla ( mondo della ragione ), dove il sognatore riversa sugli uomini il suo messaggio, nel tentativo di accompagnarli oltre il loro limite. Dostoevskij, qui, a differenza delle opere successive, delinea, con stile leggero, una realtà ancora incor

La religione romana. Una dialettica tra innovazione e subordinazione.

Gli elementi culturali viaggiano, ma non dappertutto e  non   in qualsiasi momento suscitano quelle risposte creative che consistono nella formazione di  nuove e originali civiltà.                                                                                                                                (Angelo Brelich) I termini antitetici innovazione, originalità/subordinazione, conservazione, assumono un significato fondamentale per quanto riguarda la religione romana. Se proviamo a ripercorrere tutto il cammino che gli studi storico-religiosi hanno compiuto nel corso di secoli, possiamo osservare che i concetti principali di cui si sono occupati tendono a confluire nel senso di questi due termini: innovazione e subordinazione . Sicché, nonostante le numerose e divergenti prese di posizione da parte degli storici, nelle scienze dell’antichità è ancor viva l’annosa questione riguardante la presunta autonomia della religione romana al cospetto di

Polli di allevamento

Cari, cari polli di allevamento coi vostri stivaletti gialli e le vostre canzoni, cari, cari polli di allevamento nutriti a colpi di musica e di rivoluzioni. Innamorati dei colori accesi e delle grandi autostrade solitarie dove si possono inventare le americhe più straordinarie. Con le mani sui grandissimi volanti, l'odore dell'incenso e tanta atmosfera, spingendo sull'accelleratore col vento tutto addosso finché non scoppia il cuore, il cuore, il cuore, il cuore... Tra un'allegria così forte e un bel senso di morte uno strano 'DLIN-DLAN' 'DLIN-DLAN-DLIN' 'DLIN-DLAN' Cari, cari polli di allevamento scattanti come le palline dei vostri giochini, cari, cari polli di allevamento che inventate come le palline i percorsi più strani che se qualcuno vedesse dall'alto le sponde dove state rimbalzando penserebbe che serve solo a questo la superficie del mondo 'DLIN-DLAN' 'DLIN-DLAN-DLIN-DLAN' Siete voi c