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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

Arte Astratta

25-08.1995 L’opera d’arte astratta è materia formata : è quel giallo, proprio quello lì, che si costituisce in quadrato, triangolo ecc. E’ quel quadrato del giallo, quel triangolo del giallo. L’opera d’arte figurativa possiede la forma ma non la materia. La materia c’è, il pigmento del colore, è chiaro, ma è svalutata, “smaterializzata”, è richiamo ad altra materia ( quella dell’oggetto rappresentato: quel pigmento verde “richiama” alla mente il verde della clorofilla vegetale dell’albero, per es. ) è simbolo, è illusione, di per sé non esiste, anzi, deve scomparire ! Quanto più la materia sussiste, tanto più il quadro figurativo è fallito. ______________ Arte astratta: rendere visibile l’invisibile . L’invisibile (il concetto ) nasce dalle cose, tra le cose, nasce nel visibile, si alza in cielo nella astrattezza invisibile della concettualizzazione , ritorna in terra nella concretezza visibile dell’opera astratta, reso però esplicito nella mediazione, nel

Esistenzialismo

http://www.kasparhauser.net/esistenzialismo-index.html   Questo numero di "Kasparhauser" è nato dall'incrocio di diversi desideri. C'ero io, con un lavoro iniziato e condotto per anni su Sartre. E c'era Daniel Filoni: Le notti bianche di Dostoievsky. A monte, per me, un effetto quasi-abbagliante del libro di Bernard-Henry Lévy, che ripropose il "dossier Sartre" da tanto tempo messo da parte; e, tramite lui, la lettura di Benny Lévy, già leader ultramaoista con il nome di Pierre Victor, già segretario di Sartre negli ultimi anni di lui, che leggeva Sartre con il Talmud e Lévinas (e viceversa). Da questi incontri dei filamenti di discorso si sono allargati e intrecciati, persone si sono incontrate; i nomi di parecchi di loro figurano qui sotto, altri sono comunque immaterialmente presenti in questa rete. Il numero si è formato per accrezioni successive, a partire da un nucleo primario. Questo, unito agli irrimandabili impegni di la