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Un sogno così plastico da restare impresso nella mente anche durante la veglia.
Non mi accorsi come e in qual tempo mi trovai su di un treno diretto verso l’Europa settentrionale, poiché lo stupore mi allontanava dalla ricerca delle cause, spingendomi invece alla partecipazione di questa rappresentazione onirica. Forse le parole, elementi formali e sensibili, di una sensibilità stratificata nella forma, troveranno qualche difficoltà a balenare fuori. Come il fabbro lavora i metalli quando sono più malleabili, anch’io cercherò di lavorare su questo terreno così ardente, pur essendo sicuro di scottarmi.
Viaggiavo, viaggiavo, sospeso, nello straordinario comfort che provavo su quel treno. Le città luminose d'intorno brillavano di una bellezza indicibile. Ero come in balia dello splendore di quelle apparizioni. Il convoglio nel frattempo correva e correva, attraversando con rapidità fulminea Germania, Paesi Bassi e la fredda Norvegia. Poi, inspiegabilmente, mi accorsi di essere solo. Iniziai a chiedermi il perché e il senso di tale viaggio. Fui preso da sgomento. Per nulla pensavo più alla bellezza di quelle città, ma fui assalito dal timore.
Non avevo la possibilità di decidere cosa fare della mia vita; questa impressione mi rendeva molto impaziente e nervoso, come nessun altro viaggiatore lo era. L'impossibilità di non poter prendere una decisione metteva i brividi. D'improvviso, però, vidi avvicinarsi una donna bionda, con occhi grandi e luminosi. Si sedette vicino e si assicurò sulle mie condizioni, fintantoché quel pathos che mi opprimeva non mi avesse abbandonato.
La guardavo intensamente e tuttavia non riuscivo a scorgere i suoi lineamenti. La sua bellezza era così trasognata che ogni creatura in confronto pareva fatta di argilla. Le dissi che non sapevo cosa fare in quelle nazioni sconosciute. Con riservatezza, m’invitò ad aspettare. Si diresse a informarsi riguardo alla mia condizione. Dopo esser tornata mi abbracciò e mi rassicurò.
Così mentre attraversavamo l'Europa rapidamente, come un raggio di sole attraversa l'atmosfera, ci rallegrammo e tornammo insieme verso la meta.


Daniel Filoni

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