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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

La riflessione estetica italiana da Croce ad Anceschi.

L’Arte tra la forma e la sostanza La riflessione estetica italiana da Croce ad Anceschi Nel 1928 Benedetto Croce dà alle stampe un’opera dal titolo Aesthetica in nuce , originariamente nata quale voce da inserire nella importante «Encyclopedia Britannica», e che riassume in un certo senso il suo pensiero circa la filosofia dell’arte. Secondo Croce, il problema attuale dell’estetica è quello di restaurare e recuperare la classicità contro l’estetica del romanticismo; recuperare, in altri termini, il momento sintetico, teorico e formale, che è quanto di più proprio dell’arte, rispetto all’elemento affettivo , predominante invece nella tradizione del Romanticismo. E si pensi ai paesaggi impetuosi di William Turner o alla malinconia che traspare dai tramonti di Caspar David Friedrich, o ancora all’italiano Francesco Hayez, autore di un quadro come Il bacio (1859), divenuto negli ultimi tempi una vera icona pop. Ma si potrebbe pensare, in letteratura, ad autori come Leopardi, B

Buenos Aires recuerda a Giorgio Bassani.

Il Bassani che abbiamo conosciuto Nel centenario dalla nascita di Giorgio Bassani, un appuntamento in Argentina ha riunito critici e poeti per rievocare gli aspetti salienti della sua opera Renata Adriana Bruschi A metà settembre, si è tenuta a Buenos Aires una giornata di studi nell'Auditorium del Museo del Libro y de la Lengua, una struttura della Biblioteca Nacional di Buenos Aires, per celebrare lo scrittore Giorgio Bassani nel centenario della sua nascita. L'iniziativa è stata lanciata da un gruppo di docenti di letteratura italiana, appartenenti a ADILLI, Associazione di docenti di lingua e letteratura italiana, ed ha trovato il consenso immediato nella direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura. Sono stati coinvolti anche il CEN, Centro de Estudios de Narratologia, il Centro de studios de literatura comparada Maria Teresa Maiorana dell'Università Cattolica Argentina e l'Università del Salvador. L'iniziativa si iscrive in una serie

Immagini del borde de la Patagonia

Quella nel Chubut orientale, cucuzzolo della Patagonia, è stata una toccata e fuga e quindi non può essere descritta altrimenti che come l’ho vissuta e cioè con una serie di immagini. Uno: il cielo. Nella pianura totale il cielo è immenso, azzurro. Non se ne sente il peso, rimane lontano, ma si riescono a distinguere le diverse altezze delle nuvole. È così grande perché non c’è nemmeno un albero a sostenerlo e a bloccarne la visuale? O un edificio o una montagna o una cosa qualsiasi? Piani paralleli e infiniti, terra e cielo. Due: le strade larghe di Puerto Madryn. Dicono sia per il vento, perché non si infili in strettoie da cui poi non riuscirebbe ad uscire, accanendosi contro i poveri passanti. Tre: sulla strada che da Rawson città va al porto, un parco giochi per bambini con scivoli, altalene, cavalli, elefanti e mucche a molla. Proprio ben equipaggiato e assolutamente in mezzo al nulla. Non c’è alcun segno di vita nel raggio di chilometri. Se ci fosse si vedrebbe, è tutto i

Eleonora Duse in Argentina.

Eleonora Duse in Argentina A cavallo tra Ottocento e Novecento, diverse compagnie teatrali argentine e alcune provenienti dall'Europa consentivano di proporre a Buenos Aires una stagione teatrale assai articolata in cui non mancavano drammi classici e moderni. Proprio nel 1885 e poi nel 1907, Eleonora Duse si presenta sulle scene portegne. Significativo risulta il fatto che la meta scelta per la sua prima tournée mondiale sia l'America Latina, come era avvenuto per Adelaide Ristori qualche decennio prima.  Tra maggio a giugno del 1885 la Duse presenta nel teatro Cibilis di Montevideo i suoi spettacoli, si sposta poi in Brasile, dove recita nel teatro Imperial di Rio de Janeiro e giunge infine a Buenos Aires dove dal 4 ottobre al 3 dicembre presenta  Fernanda, Divorziamo, Frou Frou Denise La moglie di Claudio, Fedora, Odette, Amore senza stima, La signora delle Camelie e La locandiera. Le recite si tengono al Politeama. Si trattò di un momento assai movimentato della sua

Una dialettica del fare e del disfare.

Una dialettica del fare e del disfare di Daniel Filoni   A prima vista, nonostante l'apparente linearità dello stile, non è facile dire che cosa sia esattamente Del fare e del disfare . Sicuramente è un libro che narra la biografia di un docente universitario, del quale qui ci limiteremo a dire il nome: Francesco. Vi troviamo al suo interno il percorso esistenziale che accompagna e narra la vita del protagonista sin dalla prima infanzia; vi troviamo, inoltre, accennata la storia della sua famiglia; inoltre è presente una lucida e attenta descrizione dell'Italia del primo Dopoguerra. Ma questi fatti, presi singolarmente, non esauriscono il contenuto e il significato del libro. Difatti l´opera si snoda linearmente su più orizzonti narrativi, illuminando, non in modo univoco, le vicende del protagonista, ma inserendo quest’ultimo all'interno del proprio periodo storico e del suo nucleo familiare. Gli eventi sono delineati in tre “Movimenti”, che contengon