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Alcune riflessioni a proposito del Cile e dei cileni.

Di Daniel Filoni

Quando si parla del Cile e dei cileni, secondo il senso comune, oggi, si è soliti pensare a un paese ed a una popolazione nati prevalentemente dal seme fecondante dei conquistatori occidentali, i quali una volta preso possesso di questo territorio hanno sottomesso e schiavizzato le popolazioni native americane, influenzando e cambiando il loro modo di vivere e di pensare. Con questo articolo mi propongo, al contrario, di mostrare quanto invece la situazione sia più complessa e multiforme. Non solo è sbagliato parlare in termini unilaterali di dominio e schiavizzazione da parte dei conquistadores sugli indigeni nativi, ma, alla luce di osservazioni, intuizioni e riflessioni più attente, si potrebbe sostenere che tra i conquistatori e gli schiavi, invece, si sia creata, anche se inconsapevolmente da parte degli occidentali, una compenetrazione di culture, valori e sentimenti provenienti da entrambe le parti. Sicché il Cile oggi più che il prodotto esclusivo delle conquiste degli europei si presenta come una commistione ibrida di culture e razze diverse.

Posto che il Cile sia una nazione del Sud-America ricca di sentimenti, di passioni e di cultura alcune considerazioni vanno fatte per tentare di capire meglio le caratteristiche di questa nazione.

Bagnato dall´Oceano Pacifico, il Cile gode di un clima particolarmente favorevole, dovuto all´influenza della brezza oceanica, che vivifica la sua terra, rendendola atta, particolarmente, alla coltivazione della vite e a quella degli alberi da frutto. Sicché sono famosi in tutto il mondo i vini cileni e sono apprezzabili, inoltre, prodotti come l´olio di oliva e anche ogni sorta di verdura, in particolar modo: “la palta”.

Esposto, ma nello stesso tempo riparato,  all´imponente catena montuosa delle Ande, il Cile è situato in una posizione favorevolissima, che gli permette di godere sia della benevolenza del mare sia della presenza della montagna, la quale garantisce al territorio beni preziosi: acqua, boschi e animali da pascolo. Tuttavia, nonostante queste premesse legate alla benevolenza del territorio e del clima,  - sviluppata è, soprattutto nel sud, l´industria forestale - questa nazione non sembra possedere un´industria nazionale degna di questo nome. Al di là del settore minerario e dell´estrazione del rame, la piccola e media industria non sono molto redditizie. Infatti anche se negli ultimi anni il Cile si è specializzato maggiormente nel commercio, la sua industria interna non gode di una particolare fama, giacché questa nazione deve la sua ricchezza non tanto all´industria nazionale ma al commercio coi paesi limitrofi e del centro-America. Nota è l´ammirazione dei cileni per il sistema capitalistico statunitense, che, tra l´altro, cercano di imitare palesemente. Avremo, sicuramente, modo di tornare su questi aspetti nel proseguio dell´articolo.

Infatti,  credo che sia possibile fare alcune considerazioni che ci permettano di capire meglio le caratteristiche, i costumi e i comportamenti dei cittadini cileni. Sicché nel presentare gli argomenti di questo articolo ritengo opportuno operare una divisione in quattro parti. L´esposizione dei temi seguirà tenendo conto di quattro linee generali: la cultura, l´economia-politica, la cura della persona e il paesaggio. Quattro aspetti che qui esaminiamo distintamente ma che fanno parte dello stesso ambito d´indagine.

La cultura cilena è vasta e ricca. I maggiori centri culturali si trovano nelle grandi città, in particolare Santiago, la  capitale, dove ad una tendenza cosmopolita si oppone la presenza di elementi autoctoni. L´arte e la letteratura cilene, come tutti sanno, sono molto apprezzate nel panorama culturale mondiale. Per questa ragione sorvolo questo argomento, poiché non mi interessa approfondirlo in questa sede.

Però io vorrei, al contrario, soffermarmi ora su un aspetto ritenuto secondario a proposito di questa cultura. Si dice comunemente che il Cile sia tra le nazioni sudamericane che ha ricevuto una maggiore influenza dalla cultura europea, soprattutto spagnola e francese. Questa è l´immagine che i cileni, dopo la conquista del potere di Pinochet, almeno per quanto se ne induce da una lettura sommaria di articoli su questo tema, vogliono mostrare al mondo intero. In effetti non  difficile incontrare  cittadini, per le strade di Santiago, che si vantano della somiglianza della loro città alle città europee. Sicuramente c´è un fondo di verità in questo modo di pensare, in particolar modo se si tiene conto dei quartieri di Santiago più sviluppati, come las Conde o Parque Arauco.

È senz´altro vero che la cultura cilena risente di influenze europee, ma va tenuto in considerazione, se si vuole capire nel profondo questo paese, che questa cultura affonda le sue radici in periodi anteriori alla scoperta dell´America da parte di Colombo; sicché è possibile, ricorrendo il Cile, riscontrare costumi e usanze tipiche delle popolazioni americane native, in particolar modo de “el pueblo Mapuche”. E tutto questo non solo per la cultura mapuche, che il popolo cileno ha sedimentato nel profondo della coscienza ma anche, piú superficilamente, alla luce dei tratti somatici dei cileni. In effeti un cileno si riconosce anche dai suoi tratti somatici: altezza medio-bassa, faccia paffuta e tondeggiante, carnagione della pelle scura e gli occhi neri e leggermente a mandorla, come è tipico degli indigeni d´America. Quindi più che di assimilazione della popolazione Mapuche da parte dei conquistatori occidentali, secondo il mio parere sarebbe piú corretto parlare di integrazione e correlazione tra queste due culture cosí apparentemente etereogenee ma oggi cosí splendidamente incarnate nella popolazione cilena.

Sarà bene, a questo punto, analizzare con maggiore attenzione gli aspetti della personalità che ho riscontrato in tanti cileni, sia parlando personalmente con loro e sia osservando particolarmenti le loro azioni e ascoltando i loro pensieri. Inizio con gli aspetti che io ritengo negativi per poi proseguire la disamina con quelli positivi.

Il cileno sia di classe medio-bassa che di classe medio-alta ha un senso della sua persona e una percezione della sua nazione un poco distorte. Per quanto riguardo i cileni: essi hanno un´idea della loro persona alterata; a sentir parlare un cileno qualsiasi, egli si crede il migliore del mondo, quindi pecca di superbia. Per non parlare dei cileni quando vengoni interrogati sulla loro nazione: essi si credono i diretti discendenti degli europei, i migliori del Sud-America e i fratelli prediletti degli statunitensi. Questa immagine del Cile si deve soprattutto alla borghesia imprenditoriale la quale ha sempre cercato di rinnegare le proprie origini native. Per questi motivi il loro difetto peggiore sembra essere quello della superbia; un altro, invece, anche se relazionato a gli altri suddetti, particolarmente evidente, sembra essere quello di possedere un senso della realtá distorto, perchè troppo influenzato dalla loro immodestia.

Gli aspetti positivi sono tanti e mi hanno colpito nel profondo. Per esempio: i cileni hanno una cortesia e un´affabilità che difficilmente ho riscontrato nelle persone degli altri paesi che ho visitato. Tutti i cileni sono sempre pronti a rispondere alle domande dei turisti che non conoscono; ogni cileno è disposto ad aiutare la persona che ha di fronte anche compromettendo il suo benessere personale: tutti i cileni sono pronti a lasciare il loro posto a sedere nella metropolitana o sugli autobus a qualsivoglia persona che hanno di fronte, e ciò avviene non quando sono sollecitati nel farlo, ma lo fanno spontaneamente e di loro iniziativa. Trovo tutto questo molto bello e raro. Ed io che mai mi accontento di spiegazioni apparenti, ho cercato di ritrovare la causa di questa loro gentilezza non in aspetti superficiali del carattere individuale delle persone ma in ciò che risiede nel profondo della loro cultura.

Pertanto mi sono chiesto, nei momenti in cui mi spostavo da un luogo ad un altro: “e se questa loro gentilezza, questo altruismo, non fossero immadiatamente legati alla loro coscienza, ma al contrario, se questa loro cortesia, questo senso dell´altro, fossero qualcosa di piú profondo, qualcosa che abbia a che fare non con la parte superficiale della coscienza ma con il loro inconscio collettivo? E se questo loro altruismo fosse qualcosa di sedimentato collettivamente nel loro inconscio, relativo a quel senso dell´altro tipico delle tribú primitive dell´America?”

Da quel poco che so fino aggi a proposito di queste popolazioni native, posso affermare che è noto il senso di solidarietà tipico tra le persone delle tribù americane. Infatti, colpisce il fatto che in queste tribù l´altro sia sentito come una continuazione della propria persona e come parte della propria essenza. Tutti in questi tribù sono partecipi dei valori e delle tradizioni della loro società e ogni persona vede nell´altro un fratello con le stesse passioni e gli stessi sentimenti. Essendo un popolo di guerrieri i Mapuche devono aver sviluppato un sentimento di protezione e di amore per gli appartenenti alla tribù piú forte di quel senso dell´altro che caratterizza noi occidentali che, dal crollo dell´impero romano, non siamo piú principalmente un popolo di guerrieri.

Sono questi i costumi e le usanze che, a ben vedere, ho notato caratterizzare i comportamenti di questa popolazione. Sicché, con un poco di immaginazione, questa sfera dei sentimenti e delle passioni, si potrebbe anche chiamare, date le sue caratteristiche, con il nome di “etica del cuore”; un tipo di etica che, certamente, noi occidentali abbiamo completamente dimenticato, in nome delle logiche di scambio che regolano il mercato e al dominio delle merci, che degradano gli uomini, li reificano e li rendono oggetti pronti al consumo.

Al di là del principio di realtà cui mi riferivo sopra a proposito dei defetti del cattere e al di là dei tratti somatici che caratterizzano i cileni, questo elemento etnologico, a parer mio, è ciò che più accomuna i cileni con la popolazione Mapuche di cui sono i diretti discendenti.

Con il colpo di stato di Pinochet, il quale prese il potere nel golpe del 1973, appoggiato da parte del parlamento e dagli Stati Uniti in funzione anticomunista, il Cile si avviò verso una politica fortemente liberista, con l´assistenza di un gruppo di giovani economisti cileni, guidati da Josè Piñera, detti Chicago boys, poiché formati a Chicago da Milton Friedman. Ebbe inizio così per il Cile un periodo che, secondo questi economisti neoliberisti, diede avvio alla crescita del paese. 

Dopo la caduta del regime, si sono succeduti al potere di questa nazione molti governi di centro-sinistra, i quali, pur restando fedeli alla borghesia imprenditoriale, si sono impegnati in politiche assistenziali.

Però il Cile, dopo il periodo di stallo dovuto alla fine della dittatura e al cambio di governo, soltanto nel primo decennio del nuovo secolo ha fatto registrare un´importante crescita economica, che ha dato al paese uno nuovo slancio e una nuova vitalità.

Negli ultimi anni, però, l´economia del Cile ha ricevuto un duro contraccolpo, dovuto a scandali politici interni ed a un periodo di recessione.
Nonostante queste premesse, tuttavia, il Cile, oggi,  può vantare di un mercato libero e fluido.
È possibile infatti incontrare prodotti importati a un prezzo agevole. Cosa che per esempio in Argentina, dopo il lungo periodo protezionistico, dovuto ai governi peronisti, non avviene.

Stiamo assistendo, in questi giorni, ad un vero e proprio esodo dei cittadini argentini che si recano in Cile per fare acquisti convenienti grazie proprio al mercato cileno che non subisce interventi dello stato. Proprio in questo sistema economico io ravviso, d´altronde, un aspetto della cultura occidentale.

Analizziamo però la questione economica e politica da un altro punto di vista. Il liberalismo, anche se mira principalmente al soddisfacimento di libertà e interessi individuali, per essere applicato in modo conveniente deve istaurarsi su un terreno sociale che vede nell´altro colui il quale ha gli stessi diritti e gli stessi doveri della mia pesona. Quanto più la società è solidale e integrata tanto più gli scambi commerciali hanno successo. È proprio questo concetto che mi interessa ora mettere a fuoco.

Il liberismo economico cileno è così flessibile ed efficace, oggi, proprio perché i cileni hanno un senso della comunitá e della nazione particolarmente sviluppati. Anche i Mapuche, d´altronde, avendo una relazione particolare con la terra, si basano su un´organizzazione collettiva del lavoro, in cui la comunità nel suo insieme lavora per la propria sopravvivenza.

Questo stesso senso del sociale è riscontrabile, in Cile, anche in quella tendenza che li ha condotti nei primi anni Settanta, con il presidente Allende, ad optare per la soluzione del socialismo democratico, volto alla nazionalizzazione delle banche e alla collettivizzazione e distribuzione delle ricchezze.
Nonostante il tragico epilogo legato alla conquista del potere dei militari di Pinochet, con il beneplacito di ampi settori della borghesia nazionalista e conservatrice, ciò non esclude la possibile veridicità di quanto sostengo, cioè che la società cilena abbia un senso del sociale e dell´altro molto spiccati ed evidenti proprio per questa loro radice che, anche se cercano di negare, li lega embrionalmente alla cultura del pueblo Mapuche cosí volta e attenta alla considerazione dell´altro.

Veniamo ora al tema della pulizia e della cura della persona. Certamente non tutti come l´Italia possono vantare nelle fila della propria storia un Rinascimento.

Diciamola tutta: le condizioni igieniche del Cile, in particolar modo del centro di Santiago, lasciano inorriditi e senza parole. Evidente è il divario che c´è tra la zona dei centri commerciali rispetto a quella centrale, del mercato. Queste due realtá si trovano in posizione antitetica. Ciò che ho visto camminando per il centro di Santiago e per il mercato centrale è paragonabile a quel che mi è sembrato camminando per le strade di Fes e Meknes in Marocco. Coloro i quali poi consigliano di mangiare al mercato centrale di Santiago sono degli sprovveduti. Difficilmente ho incontrato tanta sporcizia e di rado ho visto esposto sui banconi un pesce cosí “mugriento” e vecchio. Non capisco proprio come facciano i cileni a paragonare Santiago alle cittá europee. Inoltre, essi credono che Santiago sia piú occidentalizzata di Buenos Aires. Ora, secondo me: Santiago sta a Buenos Aires come Tangeri sta a Granada. Pur potendo considerarle facenti parte, Santiago e Buenos Aires, del sud-America, sono espressioni di due realtà opposte. Alla stesso modo che Tangeri e Granada sono due città totalmente opposte pur avendo fatto parte dell´impero arabo. Quindi, nonostante lo sviluppo e la modernità dei quartieri commerciali, l´igiene e la cura della persona sono forse tra gli aspetti che lasciano piú a desiderare per quanto riguarda il Cile e la sua popolazione.

Infine, consideriamo alcuni aspetti del paesaggio e del territorio del Cile che mi hanno colpito. Il Cile è una nazione che può vantare, tra l´altro, di possedere uno splendido territorio e un clima meraviglioso. La bellezza dell´Oceano Pacifico, la grande catena montuosa della cordillera delle Ande, una terra fertile per la coltivazione sono tutti elementi che fanno del Cile un luogo suggestivo e pieno di fascino. L´immensa distesa delle vigne che si snoda da Santiago fino a Valparaiso è qualcosa di magnifico per tutti coloro i quali si trovano a transitare per questi luoghi. Il Sud del Cile e la Patagonia cilena sono posti che andrebbero visitati almeno una volta nella vita.

Quindi, ritengo che il territorio e il clima siano tra gli elementi più importanti e belli del Cile. E come non trovare un ulteriore termine di paragone tra questi aspetti legati al territorio e la popolazione Mapuche. Un popolo, quello dei Mapuche, che prende il suo nome dalla terra stessa: Mapu-che (terra e uomo), cioè popolo della terra, legato da secoli all´ancestrale ritmo delle stagioni, con i suoi rituali di nascita e morte, così è anche ora almeno in parte in Cile.





PS : Le considerazioni a proposito della tendenza da parte dei cileni al socialismo democratico in quanto discendenti dei Mapuche sono frutto delle mie intuizioni e non pretendono di avvicinarsi alla verità scentifica ma cercano, al contrario, di mostrare prospettive diverse che stimolino nuove riflessioni.



Commenti

  1. Mi piace il tuo articolo, molte considerazioni personali ma con una visione molto concreta

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