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Paul Klee. Confessione creatice.


Si è stati diligenti; ma il genio non è diligenza, come vorrebbe invece far credere un proverbio. Il genio non è neppur in parte diligenza, anche se vi sono stati uomini, oltre che geniali, diligenti. Il genio è, appunto, genio, è dono naturale che non ha principio né fine. È procreazione. La genialità non la si può insegnare, in quanto non è regola bensì eccezione (È imprevisto). Con l´imprevisto è difficile far di conto. Eppure, quale guida è sempre all'avanguardia. Si scaglia ora in questa, ora in quella direzione. Forse oggi è già in zone alle quali non si pensa affatto. Perché il genio è spesso rispetto al dogma, l'eretico; non segue principio alcuno all'infuori di se stesso.
Con prudente rispetto, taccia la scuola sul concetto di genio, guardi e passi. A guisa di mistero, lo conservi in un ambito inaccessibile. Conservi un mistero che, uscendo dalla sua latebra, porrebbe forse quesiti illogici, insensati. E scatenerebbe la rivoluzione. Dalla sorpresa, lo sconcerto. Donde indignazione e messa al bando: via il sintetizzatore! Via chi aspira alla totalità! Noi (gli analisti a ogni costo) ci opponiamo! Ed ecco grandinare gli improperi: romantico! cosmico! mistico! E che, dovremmo noi dare la cattedra a un filosofo, a un mago! O ai grandi morti. Le lezioni bisognerebbe tenerle i giorni di festa, fuori dai complessi scolastici: sotto gli alberi, tra le bestie, sulle rive dei fiumi, o su montagne in mezzo al mare. Bisognerebbe porsi compiti quali: la costruzione del mistero. Santa ratio chaotica! Una cosa scolastica e risibile! Eppure, sarebbe ben quello il compito, se costruttivo significasse totale (Qui avremmo bisogno del filosofo capace di farsi intendere). Ma mettiamoci il cuore in pace: costruttivo non vuol dire totale.
La scuola vive! Viva la scuola!

Paul Klee

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