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Dialogo di tre viandanti

 
Alle porte dell’estate Roma è marcata a vista... blindate le strade; e le forze dell’ordine presiedono ogni vicolo. Arriva in città il grande burattinaio, il signore e padrone del mondo, il grande capo George W. Bush.! Un’infinita mandria di giovani si prepara allo scontro violento, alla protesta... striscioni rossi e bandiere della pace brulicano come farfalle.

Si parla di libertà, di pace... ma quei ragazzi sembrano aver compreso molto poco della loro esistenza.





Pierre: Lo scacceremo da Roma quel burattinaio!

Raffaele: Questa bellissima giornata di sole è quanto meglio per cercar scontri e per fumare spinelli!

Stefano: Io son sempre pronto a menar busse a destra e a manca... se c’è in gioco la pace nel mondo! Non come quei ragazzi in panciolle, che ancora perdono tempo dietro i libri e lo studio!

P: Mi chiedo perché ci siano ancora persone che stiano ancora con gli occhi volti a greci e romani... roba di tanto tempo fa!

R: Oggi, invece, noi, (passandosi la mano sul ventre) a pranzo con tutta la famiglia, abbiamo banchettato nel giardino. Tra vini, pesce e profumi deliziosi la tristezza è volata via! E ora che la mia pancia è soddisfatta, son pronto le mani a entrare in azione! È proprio vero amici... il tempo della rivoluzione è arrivato! Viaaaa Bush!

P: A morte Israele... Palestina libera!

S: Oh partigiano portami via. Bandiera rossa la trionferà..!



        (Tutti cantano felici, nel sole pomeridiano... e tante canne cominciano a girare. Da tutt’altra parte, invece, tra le dolci campagne dell’Appia antica, un maestro e due giovani ragazzi passeggiano beatamente.)



Diana: Eh ragazzi, che stupenda giornata! Lasciare i clamori e le confusioni cittadine è stata una scelta saggia. Qui, staremo tranquilli a discutere di storia, arte e filosofia. E davvero nessun borghese potrà disturbarci!

Daniele: Il mio cuore straripa di gioia nell’ammirare un prato fiorito! il canto degli uccelli ha il suono di una superba orchestra per le mie povere orecchie... dunque, orsù, amici, partecipiamo la vita!

Caterina: Proprio oggi che Roma è teatro di un grande carnevale. Con l’arrivo di Bush e le contro manifestazioni a seguito.

Dia: Sì, ma non capisco, perché fanno così? È pur vero che la terra è costretta a ospitare le sue pecore; d’altra parte come faremmo noi a gustare i formaggi!

Ca: Nobile maestro, lei è sempre una luce per noi; ci illumina la via.

Dan: Vero, Caterina. E non è tutta la vita una disputa sul metodo?

Ca: Quindi, da quanto segue nel nostro discorso, questo è il segreto fondamentale della scienza e della vita.

Dia: Ben detto ragazzi...  è proprio questo il segreto della vita! Eeeehhhh (con voce satireggiante)

Ca: Secondo lei è giusto manifestare in piazza? O meglio, può servire a qualcosa concretamente?

Dia: Ogni rivolta è mossa dalla passione e dalla sofferenza. Non son state queste, d’altronde, le cause che hanno condotto i poveri francesi alle insurrezioni e le barricate, nel lontano 89?

Dan: Vero, è solo con le barricate, infatti, che si ottiene qualcosa... con le armi e con il sangue. Se si vuole cambiare, bisogna essere pronti a tutto, anche al sacrificio!

Ca: Ma non saranno certo le piazze gremite di pecore a spaventare lo stato borghese. Ferro, coraggio e rabbia... questo ci vuole!

Dia: Calma ragazzi... calma. Ricordatevi come si è sfociati nel Terrore Giacobino!

Dan: Beh, a dirla tutta, oggi ci vorrebbe proprio Robespierre! Un incorruttibile... un illuminato!

Dia: Ci vuole soprattutto cultura e consapevolezza nel proprio agire. Oggi per le piazze di Roma ci sono i figliastri dello Stato: primogeniti di flaccidi notai, aristocratici pentiti, avvocatucci unti di brillantina, imprenditori e professionisti della domenica, cattolici rinnegati e borghesi poveri di spirito. Tra qualche anno questi rivoluzionari in erba, li vedremo in giacca e cravatta, a chinare la testa davanti a chi ha più potere di loro.

Ca: Ah, giungesse un freddo vento dal nord a spazzar vie queste nuvole pigre!

Dia: E verrà, verrà, ragazzi miei! È proprio questo il vostro compito... è questa la vostra vita.  Fatemi vedere che ne siete capaci!

Dan: Ce la metteremo tutta.

Dia: Questi bravi genitori educano i loro figli a suon di cioccolate e di paghette settimanali. Tutto è dovuto per i nostri ragazzi, perché si credono giovani e belli! Non li spronano allo studio e al sacrificio, perché sanno di avere un posto di lavoro caldo che li aspetta.

Ca: Sarebbe invece giunto il momento di impugnare le armi.

Dia: Le armi della conoscenza, vorrai dire Caterina! Non c’è spada più tagliente di una mente ben affilata!

Dan: Come il vasaio plasma la terracotta, maestro, costruisca le nostre menti! È tempo oramai.

Dia: Sono qui per questo!

Ca: Cosa si può fare per rattoppare questa società, ormai ridotta a brandelli?

Dia: Oggi non ci sono più esempi per i nostri giovani. A scuola s’impara l’arte del mercanteggiare... le tre “I” son quello che ci chiedono i borghesi! C’è bisogno invece di una matura classe di dirigenti: professori, formatori, educatori soprattutto... che prendano in pugno la situazione con fervore e raziocinio. Basta con questo misero teatrino di politicanti, mollicci nel corpo e nella testa: studiare ragazzi, studiare! Solo questa è la medicina giusta.

Dan: Il sistema capitalistico sta distruggendo il nostro pianeta.

Ca: Guardiamo le lussureggianti foreste, gli splendidi pini, lecci, fichi e conifere inviolate... e mari, oceani, laghi e stagni, li stanno distruggendo. Tutto, tutto, ci vogliono portare via, persino la speranza!

Dan: No! No! No! Siete voi stessi la speranza! Siete voi stessi un nuovo inizio!

Ca: Grazie, nobile saggio!

Dan: Lavoreremo per lei; sperimenteremo su noi stessi il mistero dell’arte e della conoscenza!

Dia: Confido in voi ragazzi... quanto è vero che questo idillio bucolico rasserena la mia grande e scintillante anima. Continuate sulla via che avete intrapreso, non fermativi mai: pace, pace, pace alle vostre anime!

                                                   

                                            
     

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