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Dialogo

Gli elementi culturali viaggiano, ma non suscitano risposte creative dappertutto e in ogni tempo. Quelle stesse risposte che, con la loro forza sotterranea, producono e alimentano lo slancio e il vigore dei popoli. 

Dioniso: Ho dovuto fuggire dalla città; mi disgusta questo secolo. Nemmeno un satiro barbuto con il quale presiedere ai misteri più divini.
Coscienza: Non fare troppo il delicato. Dimentichi forse che sei un dio di gioia e affermazione?
D: Non lo dimentico.
C: Ricordi quando sei stato smembrato dai Titani? È strano vederti spaventato per così poco.
D: Vedere l'uomo ridotto in brandelli provoca sofferenza.
C: Tu esageri. Dovresti piuttosto riflettere attentamente sulle novità e sulle conquiste del nostro secolo, così riusciresti a placare la tua sofferenza.
D: Chi è oggi un europeo? E un americano in quali valori si rappresenta?
C: Nella forza, nella capacità di dominare un mondo ancora in via di sviluppo.                   
D: Io amo i boschi e le colline.
C: Sì, ma qui è di uomini che si parla! Di città e di nazioni. Che sai dirmi, invece, riguardo i sentieri che legano le vite degli uomini?
D: Io sciolgo i legami e attraverso i boschi, con passo di danza.
C: Dei moderni che te ne pare? Pensi che siano felici?
D: Mi sembrano più deboli e meno intelligenti del passato, quindi meno felici.
C: C’è una causa, per te, a questo impoverimento di vigore, salute e sapienza?
D: Sono molte le cause che producono i fenomeni. Un mistero, d'altronde, è la vita di questi piccoli esseri che abitano la Terra.
( Mentre i due discutono, due sorelle si avvicinano, prendendo anch'esse parte alla disputa)
D: Volgiti, che fai? Non vedi la Notte che incede a passo di danza? E la Luna che avanza come una principessa etiope, dagli occhi smeraldo?
C: Vero! Sono proprio loro. Son curiosa di sapere cosa facciano qui. Sono secoli che s’insinuano nei discorsi più sottili e malinconici.
(La Luna e la Notte prendono la parola)
Luna: Dioniso, sembri davvero malinconico. Accetta il nostro consiglio: abbandona gli uomini e rifugiati nei boschi.
D: Non posso! Finché l'uomo abiterà questa terra, io accompagnerò i suoi passi, come un genitore premuroso.
Notte: Sì! Gli uomini hanno bisogno della tua vitalità.
D: Io trasformo con il mio canto il loro dolore. Presiedo ai misteri dell'arte.
Notte: Anche io amo ascoltare i tuoi discorsi, poiché tu canti il tuo dolore e non ingiuri contro la vita. Chi tra i mortali, d'altronde, sarebbe capace di ciò?
D: È la mia condizione divina che mi permette questo.
(La coscienza interrompe bruscamente il dialogo e riprende la parola)
C: Quindi, gli occidentali, secondo te, hanno esaurito le forze e vivrebbero come ospiti sulla terra.
L: Forse Dioniso parla dell’Italia.
N: Non scandalizziamoci. L'Italia, oggi, sta attraversando un periodo di declino e barbarie.
Non sempre gli Stati, con le loro popolazioni, attraversano periodi di prosperità e ricchezza. Sembra piuttosto che la saggezza si diverta a manifestarsi in parti diverse della Terra, in modi imprevedibili. Così mentre in un Paese si vive in prosperità, nell’altro accadono e si verificano violenze e stermini. Quella popolazione ritenuta in passato barbara, cento anni dopo manifesta civiltà e saggezza. Potrei addurre infiniti esempi, ma ne vorrei proporne uno, su tutti: durante l'impero romano le popolazioni germaniche erano considerate barbare. Poi, invece, nel corso della storia, si sono dimostrate geniali.
C: Perché invece di volgerci alla storia non consideriamo i miglioramenti avvenuti nel secolo scorso? La democrazia ha soppiantato i fascismi. Tutti oggi abbiamo un lavoro; tutti siamo ben nutriti. Che cosa desiderare di più?
D: Lo stato democratico italiano è simile a un grande cimitero, e ciò mi rende triste..
L: Quasi... un paese di spettri o di mostri spaventosi.
C: A me, comunque, piacciono gli italiani. Amo la loro liberalità, il loro ingegno.

Nel momento in cui la discussione sta volgendo al termine, accade qualcosa d'improvviso e terribile. Proprio Zeus, il quale ha ascoltato il dialogo, scaglia dall'Olimpo un fulmine potente, che colpisce in pieno la Coscienza, frantumandola e disperdendone i frammenti nel Po e nei sui affluenti.
 
D. F.






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