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In memoria di mio Nonno Romano.


Mio Nonno



Mio nonno era un uomo all'antica:
amava raccogliere funghi
e camminare vicino i torrenti.
Lui sosteneva che l'acqua limpida
dei ruscelli gli schiariva i pensieri.
Mio nonno non faceva troppe domande,
non si rompeva la testa con mille perché,
ma si specchiava nelle cose e le lasciava parlare.
Mio nonno passeggiava nei boschi
con la leggerezza di un bambino.
E quando si partiva per una battuta,
Lui era sempre il primo del gruppo, e
mai aspettava qualcuno
che gli dicesse quale via seguire.
A volte i suoi amici lo rimproveravano
perché non accettava i loro consigli;
non amava prendere la strada più breve
o il percorso più conosciuto.
Mio nonno era un uomo testardo,
non abbassava lo sguardo davanti
a nessuno, ma aveva un cuore grande
ed era capace spesso di piangere.
Diceva che aveva un'etica da rispettare,
era intransigente davanti al peccato
e sempre la sua condotta era
in linea con il suo pensiero.
Mio nonno non aveva idee superflue
per la testa. Si nutriva di cose semplici:
pane, formaggio e un fiasco di vino.
Di solito, dopo il lavoro, trascorreva i suoi
pomeriggi a giocare a scala quaranta
con Vittorio, suo compagno.
Quante liti, che grida, quali accuse,
eppure non credo che due uomini
abbiano mai provato al mondo, l'uno per l'altro,
un sentimento così sincero e profondo.
S'inebriavano di parole e d'intensi racconti.
La raccolta delle olive
o la semina dei pomodori erano argomenti
che riempivano le nostre giornate.
Mio nonno aveva un piccolo orticello,
nel quale coltivava ogni sorta di verdura.
Con gioia vedeva crescere dalla terra
quelle piantine colorate e nutrienti:
fagiolini, zucchine, melanzane e insalata
allietavano la nostra tavola con i loro sapori.
Era felice quando di domenica tutta
la famiglia si riuniva per il pranzo consueto.
Mio nonno, come tutti i nonni, rispettava le tradizioni.
A Natale cucinava delle crepes, ripiene al formaggio
e noce moscata, deliziose. Tutti assaporavamo questo
piatto, con grande rispetto e devozione.
Da ragazzo, mio nonno faceva il tappezziere.
Cuciva con maestria gli interni delle autovetture.
Conosceva tutto a proposito delle stoffe e delle tinte,
così da farci bellissimi racconti al riguardo.
Aveva un carattere gioviale, non ambiva alle ricchezze,
non ricercava facili guadagni come la maggioranza
delle persone. Mio nonno ha affrontato entrambe le guerre,
perciò sapeva bene cosa significava vivere
un' infanzia di stenti e privazioni.
Odiava quando qualcuno sprecava il cibo,
giacché aveva sofferto i morsi della fame.
Era sempre parsimonioso,
invocava il giusto mezzo, e non sperperava mai il denaro,
ma sempre aveva un sorriso o un gesto d'amore
nei confronti dei suoi nipotini. Quanto amava
i suoi nipoti! Mio nonno non è stato solo un nonno
ma anche un padre. Come un padre ci ha amato e cresciuto.
E noi che siamo i suoi gioielli non dimenticheremo mai
il suo messaggio d'amore. Mio nonno, a parer mio,
era il nonno che ogni persona avrebbe voluto avere.

D. F.


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